I benefici dell’Attività fisica adattata nei pazienti Parkinsoniani
Il Morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce circa 10 milioni di persone in tutto il mondo.
Davide Messina – 28/01/2021, Tempo di lettura 3’
Il Morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce circa 10 milioni di persone in tutto il mondo. Presenta un’evoluzione lenta e graduale ed è caratterizzata da un progressivo decadimento motorio e cognitivo, a cui possono inoltre associarsi disturbi riguardanti le funzioni comportamentali e vegetative, con un’importante ricaduta sulla qualità della vita del paziente.
La malattia ha un impatto diretto sul controllo motorio, l’equilibrio e sulla mobilità in generale. Più nello specifico i sintomi motori più comuni sono il tremore, la bradicinesia, la rigidità e l’instabilità posturale; si possono inoltre osservare alterazioni nella deambulazione, il freezing e deficit di coordinazione motoria. La progressione della malattia risulta molto variabile, di conseguenza l'impatto della malattia sulle capacità funzionali, sulle attività della vita quotidiana e sulla partecipazione sociale può essere diverso tra gli individui. Per questi motivi risulta fondamentale utilizzare un approccio multidisciplinare e fornire un servizio centrato sull’individuo, adattando l’intervento in base alle esigenze di ogni singolo caso.
All’interno del percorso terapeutico risulta fondamentale il ruolo dell’Attività Fisica Adattata (AFA), gestita dal chinesiologo. L’AFA è definibile come l’attività fisica in cui viene data una particolare enfasi agli interessi e alle capacità degli individui caratterizzati da condizioni fisiche limitate, quali anziani, persone con disabilità, con patologie croniche o limitazioni fisiche, volta a combattere la sedentarietà e la fragilità e ad acquisire stili di vita salutari. Nel contesto terapeutico del morbo di Parkinson, l’AFA può essere vista come un complemento al trattamento farmacologico e agli altri interventi riabilitativi per gestire il declino intrinseco associato alla malattia. Le attività proposte sono molto numerose e differenti tra loro, le più frequenti sono le seguenti: -esercizi aerobici intensi come camminata a velocità sostenuta, cyclette, tapis roulant e percorsi motori -esercizi su console come la Nintendo Wii Fit -esercizi di destrezza manuale e coordinazione motoria -stretching statico e dinamico -giochi, attività e sport adattati al contesto come yoga, tennis tavolo e danza
Le attività elencate mirano a massimizzare l’effetto dei farmaci e a mantenere (o riguadagnare) l’autonomia dei pazienti, oltre che a garantire diversi altri benefici quali: il miglioramento della flessibilità muscolare, dell’equilibrio, della coordinazione e dell’andatura; l’incremento della forza dei muscoli tensori, con una conseguente riduzione della rigidità e di problemi posturali; la diminuzione dell’affaticamento, dello stress e dell’insonnia; la riduzione della sintomatologia crampiforme. Tuttavia non sono ancora molto chiari gli effetti positivi dell’attività fisica adattata su determinati parametri di salute quali le funzioni cognitive, il rischio di cadute e gli aspetti psicosociali; diversi studi sperimentali inoltre escludono vantaggi significativi della riabilitazione riguardo al tremore
Diversi studi sperimentali inoltre escludono vantaggi significativi della riabilitazione riguardo al tremore
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